sabato 29 novembre 2008

Vita di San Giovanni, arcivescovo di Shangai e San Francisco (IV)

Shangai (II)

Vladika amava visitare gli ammalati e lo faceva ogni giorno, ascoltando le confessioni e portando i Santi Doni. Se la condizione di un paziente diventava critica, Vladika sarebbe andato da lui a qualsiasi ora del giorno o della notte per pregare a fianco del suo letto. Ecco un indubbio miracolo tra i molti che fecero le sue preghiere; fu registrato e inserito negli archivi del County Hospital di Shangai: L.D. Sadkovskaya era molto amante della corsa a cavallo. Una volta venne disarcionata, batté la testa su una roccia e perse conoscenza. Venne portata all’ospedale priva di conoscenza. Un conciliabolo di dottori fu d’accordo nel ritenere che la sua situazione fosse senza speranza e che non c’erano probabilità di sopravvivenza fino al mattino. Il battito era quasi cessato; il cranio era fratturato in più parti, al punto che piccoli frammenti premevano sul cervello. In simili condizioni sarebbe morta sul tavolo operatorio. E anche se il suo cuore avesse sopportato l’operazione e questa fosse andata a buon fine, sarebbe comunque rimasta sorda, muta e cieca.

Sua sorella, dopo aver sentito questo, corse disperata dal vescovo Giovanni e lo pregò di salvarla. Vladika acconsentì. Venne all’ospedale e chiese a tutti di lasciare la stanza, rimanendo in preghiera per due ore circa. Poi chiamò il primario e gli chiese di riesaminarla. Con sua grande sorpresa il battito era regolare! Il medico fu d’accordo nell’eseguire immediatamente l’operazione, ma soltanto alla presenza del vescovo Giovanni. L’intervento riuscì e i dottori furono stupiti quando, subito dopo, la paziente riacquistò conoscenza e chiese da bere. Presto venne dimessa dall’ospedale e visse per molti anni una vita normale.

Vladika visitava anche le prigioni e celebrava la Divina Liturgia per i condannati su un primitivo piccolo tavolo. Ma l’impegno più gravoso per un pastore è visitare gli infermi di mente e gli indemoniati – e Vladika acutamente li distingueva. Fuori Shangai c’era un manicomio e solo Vladika aveva la forza spirituale di visitare queste persone terribilmente malate. Egli dava loro i Santi Doni ed essi, sorprendentemente, li ricevevano pacificamente e lo ascoltavano. Aspettavano sempre la sua visita e lo incontravano con gioia.

Vladika possedeva anche un grande coraggio. Durante l’occupazione giapponese le autorità occupanti tentarono in ogni modo di piegare la colonia russa al proprio volere. Pressioni vennero esercitate sui capi del Comitato degli Emigrati Russi. Due presidenti di questo Comitato si sforzarono di conservare la loro indipendenza e come conseguenza vennero entrambi assassinati. Confusione e terrore afferrarono la colonia russa e in quel momento, Vladika Giovanni, nonostante fosse stato messo in guardia da parte dei Russi che stavano collaborando con i Giapponesi, si dichiarò temporaneamente capo della colonia.

Durante l’occupazione giapponese era estremamente pericoloso camminare per le strade di notte e molte persone cercavano di essere a casa con il buio. Vladika invece, senza prestare attenzione al pericolo, continuò a visitare ammalati e bisognosi ad ogni ora della notte e non venne mai toccato.

A Shangai un’insegnante di dizione, Anna Petrovna Lushinkova, gli insegnò il modo corretto di respirazione e di pronuncia delle parole, con questo aiutandolo ad ottenere una migliore dizione. Alla fine di ciascuna lezione Vladika le pagava 20 dollari. Nel 1945, durante la guerra, ella venne gravemente ferita e le capitò di trovarsi in un ospedale in Francia. In una notte terribile di tempesta, sentendo che avrebbe potuto morire, Anna Petrovna cominciò a domandare alle infermiere di chiamare Vladika Giovanni, che era in Francia, in modo che potesse darle la Santa Comunione. Le infermiere rifiutarono, poiché l’ospedale aveva le porte serrate durante la notte, a causa delle condizioni di guerra. Anna Petrovna era fuori di sé e continuava a chiamare Vladika. Improvvisamente, intorno alle undici di sera, Vladika apparve nel reparto. Incapace di credere ai suoi occhi Anna Petrovna gli chiese se fosse un sogno o se davvero egli fosse venuto fin da lei. Vladika sorrise, pregò e le amministrò i Santi Doni. Dopo di ciò ella si calmò e cadde addormentata. La mattina dopo si sentì guarita. Nessuno credette che Vladika l’avesse visitata, poiché le porte dell’ospedale erano saldamente serrate. Tuttavia, la sua vicina di stanza comprovò il fatto, affermando di avere anche lei visto Vladika. La più grande sorpresa fu che sotto il cuscino di Anna Petrovna venne trovata una banconota da 20 dollari. In questo modo Vladika lasciò un’evidenza materiale della sua visita.

Un ex chierichetto di Vladika a Shangai ed oggi arciprete, Geoge Larin, riferisce: «Malgrado la severità di Vladika, i giovani chierichetti lo amavano moltissimo. Per me Vladika fu sempre un ideale che desideravo emulare in ogni modo. Così, durante la Quaresima, smisi di dormire nel letto e giacevo sul pavimento, smisi di mangiare il pasto usuale della mia famiglia, ma consumavo pane e acqua in solitudine… I miei genitori si preoccuparono e mi portarono da Vladika. Ascoltandoli fino in fondo, egli chiese alla guardia di andare al negozio e portare una salsiccia. Alle mie grida in lacrime che non volevo rompere il digiuno di Quaresima, il saggio prelato mi ammonì di mangiare la salsiccia e di ricordarmi sempre che l’obbedienza ai genitori era più importante delle realizzazioni personali. «Come devo fare allora, Vladika?», chiesi, desiderando incarichi cui applicarmi in modo speciale. «Va’ in chiesa come hai sempre fatto e a casa fa’ ciò che mamma e papà ti richiedono». Mi ricordo quanto fossi addolorato che Vladika non mi avesse assegnato alcun compito speciale.

Con l’arrivo dei Comunisti, i Russi in Cina furono costretti ancora una volta ad emigrare, la maggior parte di essi attraverso le Filippine. Nel 1949, circa 5000 rifugiati provenienti dalla terraferma cinese vivevano in un campo dell’Organizzazione Internazionale per i Rifugiati sull’isola di Tubabao. Essa si trovava sulla strada dei tifoni stagionali che soffiavano in quella parte di Pacifico. Nei 27 mesi di occupazione del campo, tuttavia, venne minacciata solo una volta da un tifone, il quale cambiò direzione e la evitò.

Quando il timore dei tifoni venne manifestato da un russo ai Filippini, essi replicarono che non c’era motivo di aver timore, perché «il vostro sant’uomo benedice il vostro campo dalle quattro direzioni, ogni notte». Essi riferirono questa frase a Vladika Giovanni, perché nessun tifone colpì l’sola mentre lui era là. Quando il campo era stato quasi interamente evacuato e le persone reinsediate altrove (per lo più negli USA o in Australia), venne colpito da un terribile tifone che lo distrusse interamente.

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