lunedì 9 febbraio 2009

Vita di San Giovanni, arcivescovo di Shangai e San Francisco (VII)

San Francisco II

Anna Hodyriva racconta: « Mia sorella Xenia Yarovoy, che viveva a Los Angeles, soffrì per un lungo periodo di dolori alla mano. Andò da vari medici, provò alcune cure, tuttavia nulla ebbe efficacia. Decise infine di rivolgersi a Vladika Giovanni e gli scrisse una lettera a San Francisco. Passò un po’ di tempo e la mano guarì. Xenia cominciava a dimenticarsi del suo precedente dolore, quando, una volta, essendo in visita a San Francisco, andò alla cattedrale per la liturgia. Al termine si recò da Vladika Giovanni per il bacio della croce e questi, vedendola, le chiese: «Come sta la tua mano?» Vladika vedeva mia sorella per la prima volta! Come poteva dunque riconoscerla e sapere che era lei ad avere avuto quei dolori?

Anna S. ricorda: «Io e mia sorella Musia fummo coinvolte in un incidente. Ci venne addosso un giovane ubriaco che colpì con notevole forza la portiera, nel lato dov’era seduta mia sorella. L’ambulanza la portò subito all’ospedale in condizioni molto serie, con una costola rotta che aveva perforato il polmone e le causava molto dolore. I suoi occhi erano diventati invisibili, talmente aveva il viso gonfio. Quando Vladika venne a visitarla, ella alzò la palpebra con il dito e, avendolo visto, gli prese la mano e la baciò; non poteva parlare, perché era stata tracheotomizzata, ma lacrime di gioia le scesero dagli occhi. Dopo che Vladika l’ebbe visitata varie volte, cominciò a stare meglio. Una volta Vladika entrò in reparto e disse: «Musia sta male, adesso». Allora andò verso il suo letto e, dopo aver chiuso la tenda che vi era intorno, pregò per lungo tempo. Durante questa preghiera fummo avvicinati da due medici e ne approfittai per chiedere quanto fossero serie le sue condizioni e se dovessi chiamare la figlia dal Canada (avevamo tenuto nascosto alla figlia che la madre aveva avuto un incidente). I medici risposero: «Avvisare o meno la famiglia è un problema vostro, quanto a noi non possiamo garantire che arriverà al mattino». Grazie a Dio ella non solo sopravvisse a quella notte, ma guarì completamente e ritornò in Canada… Io e la mia famiglia crediamo che Musia sia stata salvata dalle preghiere di Vladika Giovanni».

La vita di Vladika era regolata dalle esigenze della vita spirituale e se questo sconvolgeva l’ordine abitudinario delle cose, era per scuotere la gente dalla propria inerzia spirituale e ricordare loro che esisteva un giudizio più alto di quello del mondo. Un rimarchevole incidente degli anni di Vladika a San Francisco (1963) illustra molti aspetti della sua santità: l’audacia spirituale, basata sulla fede assoluta; la sua abilità di vedere il futuro e di superare con la vista spirituale i limiti dello spazio e il potere della sua preghiera, che operava miracoli al di fuori di ogni dubbio. L’incidente venne riferito dalla donna che ne fu testimone, la signora L. Liu; le esatte parole di Vladika furono confermate dal signor T., che è menzionato.

«A San Francisco mio marito venne coinvolto in un incidente automobilistico e seriamente ferito; aveva perso il controllo dell’equilibrio e soffriva terribilmente. In questo periodo Vladika aveva molti problemi. Conoscendo, però, il potere della sua preghiera, pensai: «Se chiedo a Vladika di venire da mio marito, questi sarà risanato». Ma mi dispiaceva farlo, perché egli era molto occupato. Passarono due giorni e improvvisamente Vladika venne da noi, accompagnato dal signor B.T., che aveva guidato per lui. Vladika stette con noi circa cinque minuti, ma io credevo che mio marito sarebbe stato risanato. Lo stato della sua salute in quel momento era nel suo punto peggiore e dopo la visita di Vladika ci fu una crisi acuta e poi egli cominciò a star meglio e visse ancora quattro anni. Era abbastanza vecchio. In seguito incontrai il signor T. in chiesa e questi mi disse che all’epoca stava portando Vladika all’aeroporto. Improvvisamente quegli gli aveva detto: «Adesso andiamo dai Liu». Egli aveva obbiettato che avrebbero fatto tardi per il volo e che era impossibile tornare indietro in quel momento. Allora Vladika disse: «Puoi essere responsabile della vita di un uomo?» Egli non potè fare altro che condurre Vladika da noi. Nonostante questo, quando andò via, non arrivò in ritardo per l’aereo».

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